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TV Lumière - Avrei Dovuto Odiarti (Minollo Records/Audioglobe,2019) - da System Failure Webzine - 17/3/2019 - recensione - 85/100
I TV Lumière sono Federico Persichini alla chitarra e voce, Ferruccio Persichini alla chitarra, Yuri Rosi alla batteria e Alessandro Roncetti al basso. “Avrei dovuto odiarti” è il quarto album dei Tv Lumière, in uscita il prossimo 22 marzo per l’alternative label I Dischi del Minollo. Le band di riferimento sono Swans, Nick Cave and the Bad Seeds, Ulan Bator e Sonic Youth per sonorità che vanno dall’alternative rock italiano, fino al noise rock italiano e straniero, fino ancora al post rock o al gothic rock. System failure ha ascoltato “Avrei dovuto odiarti” e quelle che seguono sono le nostre considerazioni a riguardo. L’opener “L’indifferenza” parte con un refrain di chitarra. Il pezzo si apre e il canto di Federico Persichini si mostra tanto caldo ed intenso. In questa canzone ascoltiamo sonorità che fanno pensare a Nick Cave and the Bad Seeds come pure ad alcuni CCCP/CSI di Gianni Lindo Ferretti. Arrivano altri refrain di chitarra ammalianti in mezzo ad un sostrato tra noise e gothic rock, un sostrato tanto evocativo e toccante. Effettistica tanto curata e fraseggi pure, come non dirlo. Poi segue “L’appartamento sul lungonera” e le impressioni sonore alternative rock italiano solo accennate nel pezzo precedente qui sembrano prendere più spazio. Pensiamo, quindi, pure a band come Marlene Kuntz e Afterhours. Alcuni tappeti sonori più ambient sono stupendi e le distorsioni ricamate con tanta ricercatezza. I refrain sempre tanto catchy. “Canzone bianca” incomincia in modo sinistro nel suo esordio per poi mostrarci un arpeggio incantevole e il solito cantato tanto intenso ed evanescente/sussurrato allo stesso tempo. Qui la nostra mente va proprio lontano…Muri di suono terribilmente solenni ed austeri rapiscono la nostra attenzione. Ecco che arriva “La strage di S. Valentino” con la sua attitudine simil folk, ma un folk che fa sempre i conti con il post rock. Qui un unico pattern sonoro/refrain attraversa quasi tutto il pezzo e si adagia talvolta su muri sonori sempre tanto onirici/surreali. Una canzone sicuramente tanto enigmatica ed ermetica nel suo essere solo strumentale. “Un sicario” subito ci conquista con le sue atmosfere sonore e refrain sempre tanto ben congegnati. Qui alcuni climax ci fanno trasalire, climax dove voce e tappeti sonori si sposano in modo sublime. Molto cinematografica questa canzone. “Fondo alle ancore!” si mostra come una “ballad” da cantautorato italiano con tutto quello che ne consegue. Qui pensiamo a nomi come Gaber e De Andrè. Verso il finale della canzone sempre un post rock tanto viaggiante ed intellettuale. Parole simili possono essere usate per la successiva “Il tranello”. Tanta l’urgenza di raccontare in TV Lumière e “Ipotesi di ritirata”, come altre, è testimonianza di queste parole: tante le variazioni per un sound abbastanza complesso e stratificato. “Sonny J. Barbieri” chiude il tutto con alcune impressioni sonore più delicate e altre più violente come è nello stile di questa band che sa come accarezzarci “col velluto” come sa pure come violentarci la mente con distorsioni e noise alquanto taglienti. C’è bisogno di meditare sulla musica di TV Lumière e non basta di sicuro un solo ascolto per cogliere tutte le sfumature sonore che ci sono in “Avrei dovuto odiarti”. La produzione sonora è eccellente. Tanta importanza è stata data ad uno storytelling tanto poetico. Siamo cullati come sulle onde del mare ascoltando “Avrei dovuto odiarti”: una volta premuto il tasto play sembra di salire sul galeone di Dylan Dog per un viaggio onirico/mentale di grande effetto. 85/100 il voto per il disco in questione, un disco tanto pregiato per le sonorità che propone. Sonorità a tratti tanto diverse fra loro ma i nostri sanno bene come fondere tutto insieme in modo più che buono per sfornare una pietanza succulenta ed armoniosa per gli ascoltatori di questa band che, in un loro live, di certo perdono il fiato!