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TV Lumière - Avrei Dovuto Odiarti (Minollo Records/Audioglobe,2019) - da SOUNDSGOOD WEBZINE - 24/4/2019 - intervista
SGW: Nel 2011 il terzo album “Addio Amore Mio” e poi nel 2019 il quarto album “Avrei Dovuto Odiarti”. Che è successo in questo lasso di tempo tra i due album?
Federico: Ciao, e grazie per l’invito. Tante cose sono successe in questo lasso di tempo. Abbiamo sempre iniziato a lavorare sui nuovi album a circa un paio d’anni di distanza dall’uscita dei precedenti, per dare più spazio ai concerti. In questo caso, oltre a questi tempi fisiologici si sono aggiunti un paio di avvenimenti importanti che hanno destabilizzato il gruppo ed il suo cammino interrompendolo per un paio d’anni in cui, tuttavia, abbiamo continuato ad incontrarci. Il primo dei due avvenimenti è stato l’incidente occorso a Ferruccio nel 2014 che lo ha tentuto immobilizzato per alcuni mesi ed al quale è seguito un lungo periodo di riabilitazione. Quando le cose sembravano risolte per il meglio, Irene, la nostra storica bassista, ha lasciato il gruppo. Abbiamo quindi valutato per un periodo i profili di diversi bassisti di nostra conoscenza ed individuato in Alessandro la persona giusta. Questo ed il periodo seguente, in cui abbiamo lavorato per trovare una sintonia con il nuovo arrivato, hanno fatto sì che trascorressero ulteriori mesi. Infine abbiamo iniziato a lavorare sul nuovo disco verso l’inizio del 2016. La creazione dell’album è durata due anni ed abbiamo impiegato circa un anno per tutto il lavoro di post produzione. Tuttavia in quel periodo abbiamo anche tenuto alcuni concerti.
SGW: Come è cambiato, se è cambiato, in vostro modo di approcciarvi alla musica?
Federico: Siamo sicuramente maturati ulteriormente, con nuove influenze e la tendenza a sentirci influenzati soprattutto dai nostri lavori precedenti, con una significativa evoluzione di carattere espressivo/vocale. Per il resto non è cambiato poi di molto, a livello creativo abbiamo sempre tante idee. Il fatto di non aver prodotto dischi per un lungo periodo di tempo è stato in fondo anche un’opportunità in quanto è stato come accumulare energie ed idee per un periodo più vasto che poi abbiamo canalizzato per rendere questo lavoro più omogeneo. In questo disco inoltre, un solo brano è stato creato attraverso improvvisazione, per il resto sono nati da idee individuali (mie e di mio fratello Ferruccio) che poi abbiamo presentato al resto dei componenti del gruppo che successivamente hanno creato i loro arrangiamenti strumentali. Comunque rimaniamo sempre aperti a nuove contaminazioni e sperimentazioni.
SGW: Parlateci un po' di questo quarto album!
Federico: Non vedevamo l’ora che uscisse! Ha avuto veramente un lungo periodo di gestazione. Soprattutto siamo stati molto attenti ai dettagli, dopo questa lunga attesa volevamo tornare con un buon lavoro. Dalle prime impressioni sembra che sia apprezzato, noi ne siamo pienamente soddisfatti. Il disco è composta da 9 canzoni, a differenza dei precedenti, a parte in un paio di episodi, ai brani abbiamo dato una forma-canzone un po’ più definita ed anche i tempi di durata si sono leggermente ridotti. Non era nostra intenzione stravolgere il nostro modo di comporre infatti, nel complesso, non si allontana poi tanto dai precedenti, il sound è sempre lo stesso, ma lo trovo più innovativo e più curato nelle parti vocali, soprattutto nei cori. In fase di registrazione abbiamo avuto a disposizione molto tempo, in cui ci siamo spesso confrontati ed abbiamo anche ridefinito alcune parti, migliorandole. Con Carlo Zambon abbiamo instaurato da subito un buon rapporto e ci ha dato qualche bel consiglio che solo chi non ha composto i brani ha il giusto distacco per darne. In fase di mix, ci siamo affidati a Giorgio Speranza che ci conosce da sempre, e riesce sempre a capirci al volo e a trovare le soluzioni migliori, così come Alessandro Beltrame che, come Giorgio, aveva già partecipato alla produzione del nostro disco precedente.
SGW: Di cosa parlano i testi?
Federico: I testi sono ambientati nei primi decenni del novecento e parlano di scenari bellici riguardanti il primo conflitto mondiale, di traversate oceaniche e di amori perduti, spesso trattati dal punto di vista dello scrittore, a volte da quello di relativi personaggi immaginari. Alcuni poi rimandano a nostri vecchi brani, con riferimenti ambientali ed a volte a livello narrativo sono il prosieguo di storie del disco precedente, come Sonny J. Barbieri lo è di Transoceanica e L’indifferenza lo è de La condanna. A livello stilistico resta sempre la vena minimale ed ermetica, salvo in un paio di canzoni che sono un po’ più descrittive.
SGW: Quanti brani avete lasciato fuori dal disco?
Federico: Purtroppo un paio. Dico purtroppo perché erano due bei brani, uno però si allontanava un po’ troppo dallo stile del disco, il secondo invece era troppo simile ad un altro. È naturale che ci sia la necessità di dover lasciare fuori dei brani ed è capitato anche nei dischi precedenti, forse in futuro li inseriremo tutti in una raccolta, chissà!
SGW: Porterete in giro per palchi questo vostro album?
Federico: Certamente! Lo stiamo già facendo ed in autunno suoneremo anche in alcuni teatri. Inizialmente faremo diverse date nel centro Italia, ma stiamo valutando alcune date nel resto della penisola e qualcosa anche in Germania.
SGW: E dopo “Avrei Dovuto Odiarti” che succederà?
Federico: Chi può dirlo? La nostra intenzione è quella di fare ancora dischi, siamo un vulcano di idee e sicuramente le svilupperemo appena sarà il momento opportuno. Intanto fra qualche settimana è prevista l’uscita di un primo video ufficiale, è già in lavorazione da diversi giorni.
SGW: Saluti i nostri lettori come preferisci!
Federico: Un caro saluto ai lettori di SOUNDSGOODWEBZINE dai TV Lumière e grazie per averci dedicato il vostro tempo!