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TV Lumière - Avrei Dovuto Odiarti (Minollo Records/Audioglobe,2019) - da #23 - Aprile 2019 - intervista
TV LUMIERE
E’ disponibile “Avrei Dovuto Odiarti” il disco che segna il ritorno della band,
otto anni dopo “Addio Amore Mio”
Da dove nasce il mutamento sonoro, da noise a folk, che si riscontra nel nuovo
disco?
- Si tratta di un processo graduale, non di una scelta fatta a tavolino o per seguire una particolare corrente. Questo immagino che lo dobbiamo ai nostri ascolti recenti e alla voglia di andare sempre più incontro alla forma canzone, tuttavia non credo si possa definire un disco “folk”, il nostro album contiene molte trame volutamente desertiche ma non mancano gli interventi violenti a rievocare le nostre radici, abbiamo cercato di utilizzare le liriche per collegare tutti gli episodi di questo disco.
Ho letto che la gestazione di questo disco è
stata particolarmente lunga. Incidenti di percorso o vostro perfezionismo?
- Touchè! Ci hai preso in pieno. Dopo Addio! Amore mio abbiamo avuto una lunga
serie di problemi, la scomparsa di un nostro caro amico che stava lavorando a un
nuovo progetto con il nostro chitarrista Ferruccio lo ha tenuto lontano dalla
musica per un lungo periodo, seguito poi da un incidente stradale che lo ha
bloccato fisicamente per un sacco di tempo e infine l’abbandono del gruppo da
parte di Irene, l’arrivo del nuovo bassista e la ricostruzione.
Come nasce “Fondo alle ancore”?
- Questo brano nasce da un’idea di Federico, così come le cose più cantautorali che trovi in questo album, tutto il disco avrebbe dovuto già funzionare con sole chitarra e voce e la band avrebbe dovuto soltanto colorarlo ma poi è uscito fuori il nostro istinto e questo è il risultato finale. La vostra band naviga nell’alveo della musica alternativa italiana ormai da qualche anno.
Come giudicate il momento musicale italiano in generale?
- Grazie per la domanda, non capita spesso di poter parlare di questo senza dover mettere le mani avanti. Cercherò tuttavia di fare una sintesi. Non conosciamo i retroscena alla perfezione e non ci permettiamo di giudicare il lavoro altrui, il problema rimane sempre la gente e quanta voglia abbia o meno di guardarsi intorno anziché prendersi quello che gli viene offerto da chi ha pagato di più. Le scelte che fanno le band indipendenti di andar nei vari festival in tv non le discuto, purché ci vadano con la loro idea, che piaccia o meno, la musica per teenager non discuto neanche quella, c’è sempre stata, che piaccia o meno. Se c’è un problema è quello che a differenza di qualche anno fa, i piccoli club che aprono e chiudono in continuazione e non vengono affatto aiutati dagli enti statali, anzi, vengono affondati, questo fa sì che i cachet siano sempre più bassi e molte band di un basso livello di popolarità non riescono più a spostarsi e portare la loro musica in tutte le città. Se prendo poi la domanda dal punto di vista artistico o gusto personale, non si tratterebbe più di un problema italiano.
Tra produttori e aperture ai concerti avete incontrato alcuni giganti della musica alternativa. Chi ha lasciato il segno maggiore su di voi?
- Senza dubbio alcuno la persona che sentiamo più vicina e con la quale abbiamo collaborato di più è Amaury Cambuzat, sia come Ulan Bator che come nostro produttore, egli ci ha strutturato come musicisti e aiutato a colmare le nostre lacune, oltre ad averci fortemente influenzato con la sua musica, Amaury rimane uno dei nostri punti di riferimento oltre che un buon amico!