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TV Lumière - Avrei Dovuto Odiarti (Minollo Records/Audioglobe,2019) - da GEMME OSCURE - MICSUGLIANDO - 17/5/2019 - recensione
Il nuovo album dei TV Lumière è un vero e proprio trattato iperrealista sul malessere della condizione umana e per questo recupera l’esistenzialismo gotico dei Breathless, il decostruzionismo trascendente di Slint e For Carnation, lo slo-core plumbeo dei CSI (i riferimenti a Linea Gotica sono evidenti a partire dalle parti cantate) e il folk alieno astratto e arcano dei Comus e dei Sand (fra gli alfieri del weird folk anni Settanta). Questa sorta di musica da camera fin de siecle è capace di recuperare tanto i canti contadini e partigiani quanto l’atmosfera dei noir francesi degli anni Cinquanta (un tipico esempio è la ballata elegante di Fondo Alle Ancore !) e nello stesso tempo usa un’impalcatura classicheggiante per creare atmosfere da incubo immerse in un’inesausta tensione psicologica. L’effetto è ipnotico come nei blues più notturni o nell’acid-rock più dilatato: l’alternarsi di canto bisbigliato, orchestrazione classica, battito anemico ed evoluzioni strumentali di chitarra e piano tendono ad erigere un iceberg di suspance tragica con effetti sconvolgenti. In parole povere è come osservare un immenso oceano di calma mortale (il madrigale medievale di Il Tranello). Il tetro rosario si apre con la marcia funebre di L’Indifferenza e prosegue con la trenodia di Appartamento Sul Lungonera (con echi dei Diaframma) e le ninnananne di Canzone Bianca e La Strage Di San Valentino che introducono elementi di slow-core e quel folk classicheggiante riveduto in chiave post modernista che rende più tenebrose le ballate di Un Sicario (propulsa da abulici accordi di chitarra e venata da suggestioni morriconiane) e Ipotesi Di Ritirata. La marcia marziale di Sonny J. Barbieri che chiude il disco annaspa all’inizio fra le consuete atmosfere depresse per evolversi finalmente in un violento attacco di chitarra noise che è quasi come una boccata d’ossigeno dopo tanta malinconia. Questa musica mette in evidenza estrema pazienza ed intelligenza, non mostra passione o particolari slanci emotivi perché non è interessata ai facili dividendi ma agli investimenti a lungo termine: solo alla fine dell’album ci si accorge di quante cose siano successe e quanto sia più ricco il mondo della musica. Danno una mano Giorgio Speranza al piano e Ada Maya Antonioli alla voce in Appartamento Sul Lungonera. La produzione è di Carlo Zambon.
di Alfredo Cristallo