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TV Lumière - Avrei Dovuto Odiarti (Minollo Records/Audioglobe,2019) - da MAGAZZINI INESISTENTI - 6/6/2019 - recensione

L’incomunicabilità si manifesta in tutta la sua potenza. La consapevolezza di essere soli, soli in un oceano affollato di individui in cui si naufraga. Naufraga l’attenzione, la disponibilità, l’interazione necessaria a relazionarsi. Oltre la disperazione, l’unico elemento che trionfa, senza mostrare segni del suo trionfo, perché subdola e invisibile è l’indifferenza. Toglie ogni stimolo, ogni energia, depriva della capacità di sentire, anche solo e soprattutto per odiare. Non è facile raccontare questa sensazione che imperversa diffusamente in questo periodo storico sotto forma di patologia e che provano a chiamare con molti nomi; forse il più comune è depressione. Ci provano a raccontarlo i TV Lumière con il loro fresco progetto discografico “Avrei Dovuto Odiarti” (I dischi del Minollo 2019). Per poter reggere una tale stesura narrativa mettono in piedi arrangiamenti sontuosi curati insieme a Carlo Zambon. La base è costituita da un solido folk autoriale con testi laconici che si perdono tra i volumi degli strumenti per raccontare senza alcuna retorica. La batteria incede con marce militari e marce funebri con le distorsioni elettriche della chitarra che aprono a malinconie acide che si muovono tra i generi Alternative RockNoise, rispolverando un certo Slo-core direttamente dagli anni novanta. Un potente muro sonoro in cui ci si imbatte e che ti abbatte ma che s’impadronisce dei battiti e dei pensieri, scrosta le pareti dei vasi sanguigni e finisce per cullarti, per dondolarti. Si naufraga in queste monumentali ballate gotiche ed è un dolce naufragare. Il sentirsi partecipi di questa sensazione vera, cruda, probabilmente è la forma migliore per comunicare. Per abbattere l’incomunicabilità che ci attanaglia in questo universo di comunicazione che non riesce più a comunicare niente. Ci troviamo di fronte ad una band di musicisti maturi che sa trasporre in musica la loro concezione esistenziale e probabilmente ci propongono uno dei progetti discografici più interessanti e importanti del 2019 nell’ambito del panorama musicale italiano.

di Marco Valerio Sciarra