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TV Lumière - Il Gioco del Silenzio (Minollo Records/Audioglobe,2024) - da Sodapop - Febbraio 2025 - recensione
Scivolano le corde, e la voce le segue, salmodiando parole essenziali. L’apertura di questo nuovo lavoro dei Tv Lumière è programmatica: tutto procede senza fretta, con un fare contemplativo. Poi il ritornello si schiude in un’esplosione di pura gioia, e ci abbandoniamo a questa nenia chiaroscurale. Anche le ultime note di chitarra, rarefatte e ipnotiche, evocano un mondo sospeso tra sonno e veglia.
Delirio, il secondo brano, si apre con una chitarra ruvida e luminosa, dal suono terrigno. Poi entrano batteria e voce, e le danze oppiacee riprendono. Le chitarre si impennano lentamente, il ritmo si fa martellante, poi si arresta d’improvviso, lasciando riemergere la chitarra iniziale, che introduce un caos quasi meditativo. Qui sintetizzatori e strumenti si fondono in un’unica, splendida massa sonora. Manifesto, terza traccia, si apre in modo corale, sontuoso e drammatico, ci arrivano echi lontani da Storia di un impiegato. È un vero manifesto, una chiamata alla rivolta condotta con pacata inesorabilità. Ancora una volta è l’andamento generale a catturare: una solenne lentezza che trascina. Cori, chitarre acustiche e una nenia sussurrata mantengono intatta la drammaticità fino all’ultima nota.
Osservazione esterna, il quarto brano, è scarno nella struttura ma avvolgente nella resa. Su questa essenzialità si poggia una voce che, pur avvicinandosi a molte del rock italiano ed estero, conserva una cifra unica, un’identità nitida e inconfondibile. La produzione è impeccabile: ogni elemento è valorizzato senza intaccare il forte senso di unità sonora. Per confortare il tuo pianto, quinta traccia strumentale, vede i Tv Lumiere costruire con parsimonia e sapienza un’architettura sonora che nella ripetizione trova il suo potere ascensionale, creando un cerchio magico, un passaggio verso un altrove.
Il disco prosegue con grazia e profondità fino all’ultimo brano, Mondanità, dove la forma canzone si manifesta nella sua essenza più primordiale e senza tempo. Dieci minuti di racconto intenso, una storia che affonda nel passato per parlarci, con lucidità disarmante, dell’oggi. Solo la musica sincera, profondamente pensata e sentita, può riuscirci.
Un album essenziale e autentico, capace di comunicare con uno stile personale e un linguaggio che resta, che avvolge e incanta.
di Danilo Ligato