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TV LUMIERE - Same - Tele_noise art 2005 – 58’51“ – Wonderous Stories Numero 05 – Novembre 2005

I TV lumière danno alle stampe il loro debut album affidandosi alla sapiente guida di Amaury Cambuzat, leader degli indomiti Ulan Bator. Questa scelta basta da sola a capire “da che parte stanno”, musicalmente parlando, i TV Lumière: il loro suono evidentemente contiguo a quello del loro mentore, può con qualche difficoltà essere affine a certe geometrie post-rock, riverberate attorno alle chitarre, a volte suadenti a volte acuminate, di Ferruccio e Federico Persichini, e disegnate in un bianco/e/nero con un tocco di oscuro decadentismo. Nonostante la ruvida tela scelta per pitturare la propria idea di musica, i TV lumière, riescono a dipingere soggetti fortemente desiderosi di rimanere stampati, nitidamente, nella memoria dell’ascoltatore. E della cifra stilistica ce ne accorgiamo subito, sin dall’apertura di Alto tradimento e ancora di più in 13.66 ahimè in cui interviene lo stesso Cambuzat al violino. Ma il meglio deve ancora arrivare e così in episodi come El mar, sommessamente ma inesorabilmente (nei suoi quasi nove minuti), ma anche in Elegia e in Riflesso, si fa largo l’essenza e il vero potenziale creativo della band che, attraverso dilatazioni quasi minimaliste e recrudescenze soniche, firma il suo vero manifesto. Un manifesto che, in parte, pare fare da eco e da coda a vecchi discorsi ipotizzati dai CSI (per rimanere in tema italico) e mai fino a fondo approfonditi. Anche il Mogwai/sound del crepuscolare album Come on die young, trova un rimando di luce nell’altro lungo brano Scena madre e in Ritratti, in cui emergono degli arrangiamenti più “puliti” rispetto ad altri momenti del disco. A mio avviso la fase più personale del lavoro, in cui viene a galla tutta l’anima dei TV lumière coincide con l’ultima meravigliosa traccia D’improvviso, in perfetto equilibrio tra melodia e dissonanza. Anche il cantato finalmente appare perfettamente “in focus”: scrivo questo poiché forse l’unico punto debole del cd è proprio l’uso che viene fatto delle voci, relegate ad un sussurro molto introspettivo e profondo che non da un vero valore aggiunto alla densa trama sonora già esistente. Sono certo che la formazione saprà mettere in essere ulteriori aggiustamenti della rotta: quello che oggi abbiamo in mano e nelle orecchie è comunque molto di più di una semplice dichiarazione di intenti. www.tvlumiere.it 

Stefano Fausti