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TV Lumière - "Per Amor dell'Oceano" (Seahorse Recordings/ Goodfellas, 2008), da www.losthighways.it - 10.02.2008 - recensione
A volte la poesia è un’incisione a fuoco sulla nuca, declamata
col capo chino e le mani arrese, da un volto senza nome… vorrebbe esistere
solo il tempo di quella poesia, “purché sia lieto a ricordar“.
Anche la musica a volte, ha il sapore del buio e dei ricordi, di visioni d’inconfessabile
e oscura replica, senza contorno: il rumore sa essere così lieto quando
ogni silenzio sembra vano, ed ogni sussurro solo un sogno sbiadito. Nel buio
di uno stanzone tre ragazzi ed una ragazza, le loro parole, i loro suoni, il
loro canto, i loro indicibili timori, un televisore accesso e sintonizzato su
frequenze disturbate, il solo ad illuminare col suo chiarore grigio-nero e spettrale
le loro storie. Hanno iniziato più o meno così nel lontano 1999,
i TV Lumière formazione umbro-laziale devota ad un dark-noise-rock oscurissimo,
pessimista, elegante e che questo mese arriva a produrre per la Seahorse Recordings
il suo secondo capitolo discografico dal titolo Per Amor dell’Oceano.
Un lavoro completamente privo di spiragli di luce solare, alla costante ricerca
di un imbrunire sonoro ed espressivo, lento, posato, definitivo, plumbeo ma
egualmente illuminato da azzurri riflessi inaspettati. Federico Persichini canta
in un registro da crooner baritonale e dissonante, tra Ian Curtis e Fabrizio
De Andrè, vestendo la maschera di oscuro e dimesso cantastorie, cavaliere
di umori tremendi e freddo cronista di visioni sognanti e notturne; le sue liriche
sono bozze decadenti che sembrano ambientate in scenari insalubri di fine 800.
In lenta e lunga carrellata (il minutaggio oscilla mediamente sui 5 minuti)
si alternano dieci brani permeati da un incedere costantemente in tonalità
minori: Prima Luce (Kart.S.FH18) è emblematica in questo senso e probabilmente
è il capolavoro del disco. Fredde immagini di grandi lotte e di non senso,
di sangue sparso ed ideali, di dignità mancate e muri edificati su di
esse, di cifre, numeri e non-nomi, sembrano drenare come parole sciolte da pagine
di storia dimenticate. L’atmosfera malsana e maleodorante di Bagno di
Violenza sembra rievocare un alienato G.L.Ferretti alle prese con esoteriche
immagini di guerra, mentre Disciplina e Alti Modelli è un post rock melodico
e intimistico che muore in dissonanze alla Glenn Branca. Non mancano brani dal
respiro più fresco e melodico come la parentesi sognante di Milit, angolo
in penombra in cui ci si lecca le ferite prima di ricominciare a correre, o
Canto Fermo, unico brano con testo e voce della bassista Irene Antonelli, dolce
poesia alla Nico cantata in maniera sognante e rilassata, con suggestivo finale
a due voci (”La nebbia sul mar avvolge velieri, anime, fiaba del guardiano
del faro, sirene chiamar il suo nome. Farò di te la pietra nel mare…“).
La chiusura è affidata all’eleganza postuma di Mondanità,
all’insegna di una musica d’autore sempre oscura che muta in post-rock.
Non è per nulla una proposta di facile ascolto e assimilazione quella
di Per Amor dell’Oceano, bisogna concedergli la giusta passione per entrare
nelle sue trame e concepire a fondo la sua oscura fragranza e qualità.
I TV Lumière, eredi eclettici dei CSI e del rock decadente, discendenti
dei Joy Division e dei Sonic Youth, si impongono con esso come band di riferimento
del rock sperimentale italiano.
di Gianpaolo D'Errico