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TV Lumière, intervista di Giovanni Dozzini, da "Il Corriere dell'Umbria" - Venerdì 15 Febbraio 2008 / Anno XXVI n. 45

In uscita i questi giorni "Per Amor dell'Oceano"

Va stretta ai TV Lumière la definizione di intellettuali

"Quello che facciamo sta nel disco". Chiedetegli di spiegarvi che genere di musica suonano e i TV Lumière vi risponderanno così. Il giochino è divertente, e il cronista al suo piccolo glossario da critico musicale rinuncia sempre a fatica; l'importante è prendersi poco sul serio. Anche se a dirla tutta questa band metà ternana e metà reatina non scherza affatto. Un disco acclamato dagli addetti ai lavori un paio d'anni fa, uno nuovo che esce in questi giorni e ha già raccolto consensi da alcune delle più prestigiose testate specializzate on line. "Su Onda Rock, però, non hanno centrato in pieno la recensione". Ferruccio Persichini, mente della band insieme al fratello Federico, non fa sconti. E dire che ai TV Lumière sono toccate sette stellette su dieci. Per intendersi, come gli ultimi Subsonica. "Ma sì, in fondo è positiva, c'ha fatto piacere". Ma c'è questo insistere nell'etichettarli come intellettuali che non gli va giù fino in fondo. Non so, bisognerebbe parlarne con Federico (il cantante e autore dei testi, mentre Ferruccio scrive la maggior parte delle musiche, ndr), ma mi sembra un po' forzata". Certo nel loro spazio su My Space tra gli artisti di riferimento a fianco di Velvet Underground, CCCP e compagnia bella hanno messo gente come Rimbaud, Céline e Pasolini. Come fanno, poi, a non dargli degli intellettuali? "Ma il discorso è un altro. Quei musicisti, quegli scrittori, quei registi, fanno parte della nostra vita. Se siamo quelli che siamo, se facciamo la musica che facciamo, è perchè abbiamo ascoltato, letto, guardato le loro opere. Tutto qui". Ora è tempo di promozione. "Per Amor dell'Oceano" verrà distribuito nei circuiti indipendenti di tutt'Italia, e una manciata di giorni fa le date di Napoli e Terni hanno tenuto a battesimo un tour che li vedrà di scena soprattutto al Sud. La loro etichetta, la Seahorse Recordings, dopotutto, è proprio napoletana, e per ora la ribalta più agevole da percorrere è quella meridionale. A primavera inoltrata, però, i TV Lumière travalicheranno i confini italici per tre concerti a Parigi, Bruxelles e Stoccarda. Mica male. "E' che probabilmente verranno distribuiti anche in Francia da una piccola società", spiega Ferruccio. Pronti per fare i musicisti a tempo pieno, insomma? "Magari". Ma è dura. Come nelle migliori tradizioni i quattro Lumière si arrangiano facendo i lavori più disparati. La bassista Irene Antonelli lavora nel negozio di famiglia, il batterista Yuri Rosi fa il geometra, Federico il cameriere e Ferruccio di tutto un po'. Per tornare alla loro musica, e al giochino iniziale, parlare di Post Rock, per quel che significhi, non sembra un azzardo. Ma dal primo album al secondo qualcosa è cambiato. "Sì, credo che ci siamo avvicinati un po' più alla forma canzone. I testi hanno più peso, c'è più equilibrio. A mio parere è un disco più maturo, scorre meglio, anche se forse è meno facile da approcciare". E infatti serve tempo, per capire questa loro indefinibile musica. La stoffa, però, c'è. Vedremo fin dove li porterà.

di Giovanni Dozzini