stampa


TV Lumière - "Per Amor dell'Oceano" (Seahorse Recordings/ Goodfellas, 2008), da www.noizeitalia.com - 14.05.2008 - recensione

Una batteria che suona una marcia un pianoforte che addolcisce e accompagna la voce inquietante, ma affascinante di Federico Persichini, dà inizio al nuovo album dei Tv Lumiere, una sorta di viaggio poetico a cavallo tra l'ottocento ed il novecento, di una lentezza disarmante. Inizialmente non ci sono spazi per melodie eccessivamente mielose, non ci sono stralci di cariche eccessivamente scottanti, il tutto è rimandato alla mente, lasciato per aprirsi un varco e lasciarsi trascinare, cullare, per 55 lunghi minuti. La batteria si fa via via pesante e scava sempre di più, volendo diventare decadente e ipnotica, scavalcando la voce impercettibile di Alessandra Olmetti, e la litania è lunga e trascinante, forse un po' troppo.

La poesia vuole esser sempre in prima linea e il connubio che ne esce con la musica è eccellente, tuttavia alla maggior parte di noi poveri mortali, queste poesie possono risultare un po' indigeste, un po' troppo trascinate, rischiando di stufare già dopo pochi ascolti. Si apre però uno stralcio di melodia e si riesce a riprendere fiato, la voce comincia ad intonare poche chiare note che danno un po' di ossigeno, accompagnate da altrettante guidate di una chitarra con pochi, ma dolci, accordi. La seconda parte dell'album riesce ad avere una matrice più impostata su questa morbidezza, le marce della batteria si fanno meno invadenti, ma fanno da preludio al resto del brano. Milit parte e ci fa apprezzare tutto questo e dà un tono molto apprezzabile. Questa volta la voce di Irene Antonelli, prima sovrastata, trova spazio in "Canto Fermo" e si fa così molto più apprezzabile, riuscendo in questa poesia dolcissima, come un carillon.

Infine l'album si conclude con la decadente Mondanità, storia di un avventura di una dodicenne coinvolta successivamente in un matrimonio non troppo felice, che ci accompagna per più di otto intensi minuti. L'ascolto non risulta inizialmente facile, ci vogliono più e più ritorni sui singoli brani per apprezzarne l'intensità e la profondità d'animo delle parole pesanti, come leggendo un vecchio libro impolverato di fine ottocento.

d.puch