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Tv Lumière
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intervista via e-mail, 2002-09-05
di Simone Stopponi (ROCKIT)
Rockalvi 2002,
un mini-festival di due giorni (di cui trovate documentazione su
questo sito), in rinnovata veste vetrina-band-locali+guest
- e che ospiti: Giorgio Canali la prima sera et lEnfance
Rouge di F.R.Cambuzat la seconda.
Incontro i ragazzi (vecchi amici per la verità: primi concerti
spartendo improbabili palchi dellalto Lazio ai tempi della
Rachelecattiva), poco prima della loro straniante, intensissima
esibizione.
Scambio di abbracci, di demo e giusto il tempo di accordarci per
una chiacchierata via e-mail.
Rockit:
Cercando di figurare la vostra musica inevitabile mi viene fuori
un riadattamento in bianco e nero, o addirittura color seppia,
come vecchie foto dinfanzia: un periodo della vita a voi
molto caro, idealizzato, assurto a stereotipo di frustrazione
umana, sbaglio? Quali altri temi vi piace trattare?
Federico: Linfanzia è senzaltro
un tema ricorrente nei testi dei TV Lumière.
Nel mio minimalismo propongo una poesia che è sequenza di
immagini fredde e crude
come nello sfogliare un album di
fotografie ingiallite dal tempo. Le immagini infatti, quasi mai
sono legate fra loro da un movimento, ci si trova da una scena
allaltra improvvisamente. Io sono una persona estremamente
sensibile che ha idealizzato linfanzia a tal punto da
renderla un posto emozionante in cui tornare e rifugiarsi, perché
quelle immagini, belle o brutte che siano, col tempo hanno
acquisito un fascino irresistibile, come ogni cosa appartenente
al passato che si vorrebbe rivivere. Penso di non essere lunica
persona che trovandosi di fronte ai problemi posti da questo tipo
di società abbia bisogno di immergersi in un proprio mondo.
A volte scrivo canzoni guardando fuori da una finestra di una
casa di campagna, in piovosi pomeriggi dautunno. Quindi, a
parte linfanzia, non ci sono temi ben precisi di cui si
parli ma si tratta di scenari e delle emozioni che essi suscitano
contemplandoli. In alcune canzoni compaiono anche immagini che
sono ricordi di amori perduti. Comunque penso che trattandosi
sempre di sequenze di immagini, sia bene lasciare tutto alla
libera interpretazione di chi ascolta.
Rockit: Il passaggio da Clown Sadness a
TVLumiere mi è sembrato molto sentito a livello artistico e
umano: nuova formazione, strumentazione, esperienze,
arrangiamenti, ma se il primo nome era abbastanza decifrabile, il
secondo?
Federico: Il nome TV Lumière
è la conseguenza del nostro amore per atmosfere e scenari,
naturalmente idealizzati, della Francia di fine 800-inizio
900, tantè vero che alcune delle nostre canzoni sono
ambientate in tale contesto. Soltanto dopo un po di tempo
abbiamo accostato il suffisso TV a Lumière, quando abbiamo
iniziato a suonare al buio illuminati soltanto dalla luce di un
piccolo televisore mal sintonizzato, molte delle nostre parti
strumentali sono nate da improvvisazioni al buio. Quindi da un
certo punto di vista (un po più pratico e sicuramente
posteriore) potrebbe anche essere la traduzione letterale di
televisione-luce. Comunque linserimento di
Irene al basso e ai cori ci ha dato sicuramente nuova linfa
vitale, in quanto il progetto The clown sadness si
era andato deteriorando col tempo.
Rockit: Capitando sul vostro sito -www.tvlumiere.it
- ho fatto caso con piacere che avete aperto per
numerosi concerti importanti. Quali esperienze vi hanno
arricchito maggiormente?
Federico: Laver suonato con certi
gruppi, ma soprattutto essere stati molto apprezzati da loro ci
ha comunque dato una forte spinta emotiva e ci ha dato maggior
consapevolezza dei nostri mezzi. Sono sicuramente stati i nostri
concerti più impegnativi, perché in certe circostanze si sente
la responsabilità di dover essere necessariamente allaltezza
della situazione. Ulan Bator, LEnfance Rouge e i Trumans
Water sono gruppi che abbiamo sempre stimato e ritrovarsi insieme
sullo stesso palco ci ha fatto immensamente piacere. La cosa che
più ci ha arricchito sono quei consigli che gruppi di tale
livello possono darti in una giornata trascorsa insieme dentro e
fuori il palco.
Rockit: Un vostro live fa forza anche su
forti sensazioni visive (ma perché non pensate a qualche proiezione?),
pur preferendo una certa staticità, la vostra estetica
decadente, che conoscendovi so ben lontana dalle pose, quanto
conta, quanto conta il look in quello che proponete?
Federico: Quando abbiamo dato vita a
questo progetto avevamo il timore che ai nostri concerti la gente
si sarebbe distratta, trovandosi ad ascoltare alcuni brani
piuttosto lunghi e spesso ridondanti, invece con nostra grande
sorpresa moltissime persone hanno detto di non essere riuscite a
staccare lo sguardo da ciò che accadeva sul palco, questo è per
noi importantissimo, è fondamentale che il pubblico ascolti in
silenzio senza emanare quel vociare così fastidioso per chi
ascolta e soprattutto per chi suona, per noi era fondamentale
arrivare ad avere un pubblico maturo. Comunque, come tu stesso,
conoscendoci hai affermato, non ci siamo mai imposti nessun tipo
di atteggiamento, quello che la gente vede sul palco è
esattamente ciò che potrebbe vedere incontrandoci per la strada
in qualsiasi giorno dellanno. Il fatto di parlare poco o
per niente durante i nostri concerti fa parte dei nostri
caratteri, noi siamo persone estremamente riservate. E
importante puntualizzare che ogni nostra scelta artistica è
stata dettata dal nostro modo di essere. Riteniamo il look,
inteso come atteggiamento, molto importante in uno spettacolo, ma
non per una questione estetica in se stessa, bensì perché deve
aiutare le immagini che cerchiamo di proporre con la musica a
prendere una forma un po più definita, magari sostituendo
eventuali proiezioni di immagini. Credo che la malinconia che
trasmettiamo con la nostra musica sia amplificata dalla nostra
staticità. Sempre rimanendo legati ad un nostro concetto
piuttosto personale di eleganza, cerchiamo di mantenere il nostro
stile in tutto ciò che facciamo perché anche il modo di
muoversi e di vestire fa parte dello spettacolo. Cerchiamo di
curare i nostri spettacoli nei minimi particolari, per noi fra un
concerto ed unopera teatrale non cè differenza
alcuna. Quello che cerchiamo di proporre è un teatro minimale
fatto di immagini e di suoni e sono le atmosfere che creiamo che
guidano la nostra gestualità.
Rockit: La mia canzone preferita del
disco è la struggente I gatti: 12 minuti di spleen,
armonici e dissonanze e aperture e silenzi. Commercialmente
parlando a quante e quali persone sentite di poter arrivare?
Avete mai seriamente pensato di imporvi qualche limite o avete
perso qualche treno importante per non averlo fatto?
Federico: Il nostro è un progetto molto
ambizioso ma sappiamo benissimo che stiamo suonando musica
totalmente anticommerciale. Col tempo ci siamo accorti di poter
coinvolgere persone di tutte le età, ma soprattutto chi ama
immergersi in certe atmosfere e devo ammettere che sono davvero
poche
onestamente non ci dispiace affatto. Per arrivare ad
apprezzare questo genere musicale occorrono anni di ricerca (che
non è quella di guardare MTV dalla mattina alla sera), e non
stiamo parlando soltanto dei TV Lumière, bensì di tutti i
gruppi che anche in passato si sono avventurati in tali percorsi,
almeno in Italia sono rimasti totalmente sconosciuti quindi non
pensiamo di poter far meglio di loro. Onestamente speriamo in una
sorta di Andy Warhol allitaliana che si interessi a noi.
Preferiamo suscitare emozioni in dieci persone piuttosto che
avere un pubblico molto numeroso che non capisce un cazzo!
Abbiamo notato che in Umbria ci sono centocinquanta persone che
seguono questa scena musicale, quindi
non penso sia un
investimento da farsi.
Rockit: Insuccesso al primo
ascolto sembra un outtake per Ko de mondo dei C.S.I.;
in altri casi lamore per i Joy Division è troppo
ingombrante per rimanere celato. Al vostro concerto sentivo dei
ragazzi inneggiare a dei Sonicchiut-de-noantri.
Credo invece che la sovrastruttura che lega tutte queste
influenze sia il vostro suono, cosa cè di diverso e di
simile tra questo e i citati modelli?
Federico: Lessere accostati a
certi gruppi o quantomeno far pensare a loro è per noi un grande
complimento. Il nostro cammino artistico è sicuramente partito o
passato anche dai citati modelli. Ma per noi ogni giorno è
motivo di accrescimento di quella personalità artistica che dopo
tanti anni di ricerca abbiamo acquisito. In passato qualcuno
criticò eccessivamente un paio di nostri brani accostandoli più
del dovuto a qualcosa dei C.S.I. ma chi sa ascoltare ed ha una
certa cultura musicale sa riconoscere la differenza fra un gruppo
che ha un proprio stile ed uno che non lo ha e di conseguenza
copia. Quello di rielaborare e far proprio qualcosa che ci ha
influenzati non è una cosa che riguarda soltanto i giovani
gruppi contemporanei, penso che i padri di molti filoni musicali
contemporanei siano stati i Velvet Underground i quali sono fra i
pochi gruppi che non devono niente a nessuno, gruppi come Joy
Division, Sonic Youth, C.S.I. e tanti altri di questo livello,
hanno cambiato sicuramente non solo il nostro modo di far musica
ma quello di tantissimi altri gruppi ma a loro volta anche loro
hanno avuto dei maestri da cui imparare, limportante è
miscelare al meglio le varie influenze e metterci un buon 80% di
personale dentro. E molto difficile dire in cosa ci abbia
influenzato un gruppo o laltro, sono ormai cose acquisite
da tempo che abbiamo già mescolate ognuno dentro di sé, e non
è affatto facile dire se il modo di cantare sia più contaminato
da Ian Curtis o da M. Gira, o il modo di suonare la chitarra più
da L. Ranaldo o da W. Reid. Comunque penso che le nostre
influenze non vadano ricercate soltanto in questi tre gruppi,
senzaltro, come i CSI (
e non siamo eretici!) siamo
stati totalmente rapiti da quello che sono state Berlino e New
York nei primi anni 80.
Rockit: Ora giochiamo: da ognuno di voi
vorrei un nome di gruppo o solista che vi ha ispirato in passato,
uno che vi piace adesso e un altro nome scappatella
fuori tema
Federico: I Joy Division sono per me un
grande amore mai scomparso, momentaneamente sto ascoltando molto
Nick Cave e tutto ciò che gli gira o gli è girato intorno (Einsturzende
Neubauten, Dirty three, Current 93
). La mia scappatella
estiva sono i Belle & Sebastian.
Ferruccio: Difficile dirne uno... penso
che "Evol" o "V.U. & NICO" abbiano un po
cambiato il mio modo di ascoltare musica, o anche "Children
of God" degli Swans. Ultimamente sono molto interessato a
Dirty Three e Arab Strap.
Irene: Molto affascinata da Rose
McDowall dei Current 93 e donne come P.J. Harvey e Lydia Lunch,
uno dei miei primi amori sono stati i Cure.
Yuri: Passato: Radiohead, Ulan Bator.
Presente: Mogwai. Futuro: Mùm- Sigur Ròs.
Rockit: Lasciamoci con dei buoni
propositi. Si va incontro allautunno (la vostra stagione
preferita I guess): che progetti avete in cantiere? Produzioni,
registrazioni, concerti
?
Federico: Abbiamo in cantiere molti
brani che sicuramente inseriremo nel nostro prossimo lavoro e che
abbiamo intenzione di definire con larrivo dellautunno.
Momentaneamente stiamo valutando se registrarlo o meno con la
prod. artistica di François R. Cambuzat, staremo a vedere. Lautunno
sarà anche il periodo in cui riprenderemo la nostra stagione
concertistica. Preferiamo suonare in un locale fumoso piuttosto
che allaperto, quindi in questo periodo stiamo riposando.